martedì 13 maggio 2014

Sviluppo del cinema-parola d'ordine: coinvolgimento!

Sebbene dall’invenzione del cinema ad oggi sia passato un tempo notevole, rimanere attuale l’uso della pellicola: un nastro alto 35 mm, fatto di poliestere o triacetato di cellulosa. Le immagini impresse vengono proiettate in successione grazie all’apposito proiettore, il quale le fa scorrere davanti a un fascio di luce, tenendo i margini della pellicola con una serie di forellini a sedici denti collegati a una croce di malta. Sempre sui bordi della pellicola risiedono le tracce audio. (Fonte - Pellicola Wikipedia)

                                            Conto alla rovescia - fonte: Come te Gemona  

Come tutti i medium anche la pellicola ha avuto le sue evoluzioni. La prima, negli anni trenta, fu quella di introdurre l’effetto colore affinché le scene fossero più verosimiglianti. Inizialmente si dipingeva direttamente la pellicola con tinture a pastello, fino ad arrivare alla tecnica ideata da George Smith, il Kinemacolor, ovvero proiettare un film in bianco e nero attraverso filtri colorati rossi e verdi (Fonte - Kinemacolor Wikipedia).

La seconda novità fu il passaggio dal film muto al sonoro. Gli effetti acustici furono ricercati poiché consentivano al pubblico di abbandonare i rumori quotidiani per immergersi nello spettacolo. I primi esperimenti furono deludenti a causa della scarsissima sincronizzazione tra immagini e suono, così nelle sale cinematografiche l’audio fu offerto dalla musica dal vivo. A seconda delle dimensioni della sala, potevano esserci un singolo pianista o un’orchestra. .
 
                                                       Orchestra - fonte: Alfonsine
 
 
Tra questi artisti era in voga la tecnica wagneriana del leitmotiv: ogni personaggio o azione era associata a specifiche melodie, che accompagnavano emotivamente lo spettatore e lo guidavano verso una migliore comprensione della narrazione. Questa soluzione parve inadeguata quando le trame dei film si fecero più articolate. La Warner Bros, prima società cinematografica che rilevò tale problematica, indusse la Western Elettric a realizzare il Vitaphone, un nuovo sistema di registrazione audio su disco dal buon sincronismo.
 
                                                  Vitaphone - fonte: StevenHoffman
 
Queste invenzioni si sono poi evolute in altre fino ad arrivare ai nostri giorni, nell’era del digitale; però, non è mai cambiato l’obiettivo per cui si sono ricercate: intrattenere e coinvolgere sensibilmente lo spettatore. Un esempio contemporaneo è il cinema 3D: una visione stereoscopica delle immagini con una notevole illusione di profondità e tridimensionalità. Dalla fine dell’ottocento, fino alla prima proiezione cinematografica tridimensionale, “ The Power of Love” nel 1922, tre sono state le scoperte che hanno reso possibile lo sviluppo di questa tecnica: il Teleview, l'Anaglifo e la Luce Polarizzata.

Il 3D è determinato già nella fase di ripresa. Una stessa scena è catturata contemporaneamente da due diversi obiettivi, affiancati tra loro a distanza predefinita, perfettamente sincronizzati, ma con angolature differenti, affinché si creino due immagini del medesimo soggetto con differenti prospettive (Fonte - Tecnologie cinema Wikipedia). In fase di produzione tali immagini vengono sovrapposte l’una sull’altra; ad occhio nudo sembrerà di guardare un oggetto leggermente sdoppiato e fuori fuoco, ma attraverso l’abbinamento di due lenti speciali il nostro sguardo riuscirà a cogliere la figura unitariamente e apprezzarne la consistenza dimensionale.

 
Immagine in 3D - fonte: BlogFree

  Mentre il 3D è destinato ad approdare alla nostra quotidianità tramite la televisione e i pc, il cinema si appresta verso ulteriori nuovi sviluppi.

Sonia Zerauschek